Turismo sportivo: L'Italia agli ultimi post

A parte poche regioni che sembrano essere molto virtuose, il Nostro Paese non ha ancora assegnato al turismo sportivo l'importanza che merita. Questo settore, infatti, meriterebbe molte più attenzioni e investimenti ma per ora si tratta ancora di un campo poco esplorato anche se molto redditizio. Le regioni che hanno investito in questo ambito, infatti, hanno già ottenuto risultati discreti. Innanzitutto ricordiamo che con il termine turismo sportivo si fa riferimento a quei viaggi che presuppongono almeno un pernottamento per assistere ad un evento sportivo oppure per praticare un'attività sportiva. In quest'ultimo caso si parla di turismo sportivo di tipo attivo mentre nel primo si ha a che fare con un tipo di turismo passivo. In particolare questa tipologia di turismo può rappresentare sicuramente un ottimo driver per la nostra economia in quanto molto spesso è l'intera famiglia che viaggia e quindi spende. Per quanto riguarda il dettaglio dei numeri nel 2012 la spesa ottenuta con i viaggi sportivi è stata di circa 7,5 miliardi di euro con un incremento del 13% rispetto all'anno precedente. In pratica le persone che hanno viaggiato per varie ragioni legate allo sport sono state circa 4,5 milioni mentre i viaggi hanno toccato il picco dei 13 milioni. Il costo medio di ogni viaggio, invece, si è attestato sui 590 euro. A beneficiarne sono stai oltre gli operatori turistici anche i negozi tradizionali e online di attrezzature sportive; tra i prodotti più venduti scarpe per running da donna e palloni da volley. L'aumento rispetto all'anno precedente è dipeso principalmente da due fattori fondamentali: da un lato l'aumento dell'offerta e dall'altro la durata media dei viaggi che rimasta invariata (sei notti). Gli sport che hanno generato maggior turismo sono stati perlopiù quelli invernali (sci, alpinismo,) mentre al secondo posto troviamo le attività acquatiche. Il calcio è al terzo posto ma di gran lunga al di sotto del secondo classificato.

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